Dal fuoco agli astri. Caterina come Samantha Cristoforetti
Pagine di vita saldata. Caterina Baroni, classe 1994, senese di nascita e di residenza, è stata la prima qualifica assegnata al primo corso base di saldatura per privati che STS Certificazioni ha lanciato lo scorso anno.
Prima qualificata del primo corso, prima donna con patentino di saldatura Tig alla scuola di saldatura STS a Forlì.
Caterina ‘prima’ in senso lato, come l’imperatrice Caterina d’Asburgo, come Samantha Cristoforetti. Certo, Baroni è giovanissima, ma la tempra è quella dell’eroe che cade e si rialza, inciampa e poi vola, che accetta e vince le sfide, che non è secondo a nessuno nel senso che non si tira indietro di fronte alle prove della vita.
Caterina ‘contro’ gli schemi della società (fare il saldatore non è proprio un lavoro per donne, dicono i più), disobbedendo ai condizionamenti familiari (“ragazza, cercati un lavoro legato al tuo titolo di studio…”), Baroni esempio, modello di forza propulsiva, amazzone guerriera.
Caterina scardina i luoghi comuni: la saldatura non è mestiere a esclusivo impiego dell’universo maschile. Anzi, è un’ottima disciplina per rafforzare il carattere, è un esercizio zen che rende invincibili.
“Le situazioni non si creano da sole. Se ti hanno fatto credere che bastava fare ‘10’ per ottenere quel risultato, oggi devi puntare a fare ‘20’, altrimenti non si supera lo scoglio di credere che se le cose non vanno secondo un certo nostro disegno, la colpa è della nostra malasorte o di qualcuno al di fuori di noi. Abbiamo bisogno di essere incoraggiati e che le cose ci vengano mostrate da un lato diverso, per capire dove stiamo sbagliando. Invece, il più delle volte, veniamo amputati della nostra voglia di fare, perché nessuno ci dice come fare o ci mostra come si deve fare”, esordisce Baroni.
Cosa ti ha portato a capire che il saldatore sarebbe stato il tuo mestiere?
Non ho avuto un buon feeling con il metodo di insegnamento del mondo universitario con il quale non sono mai riuscita a integrarmi e perciò ho deciso di cambiare strada.
Siccome ho sempre avuto un’ammirazione per il lavoro di mio nonno e di mio padre dediti alle responsabilità dei campi (aggiustare un trattore, fare un cancellino, costruire una capanna), sapevo che avrei dovuto rincorrere quelle tracce. Sin da piccola li seguivo ammirata anche se non mi coinvolgevano nelle loro attività, in quanto femmina. Il fare con le mani intelligenti era una mia attitudine. Quindi, ho scelto di scrivere da me il copione della mia vita, di non dar retta a nessuno, ho “giocato col fuoco”, profetizzando quello che poi sarei andata a fare! Non avevo i contorni ben delineati, ma ci ho creduto con tutta me stessa.
Un desiderio ardente dunque?
Sì, assolutamente. Ho trovato lavoro in una prima azienda metalmeccanica, (seguivo una pressa), ma dopo un po’ avevo capito che era una mansione troppo ripetitiva. Ho cercato altro, ma in tutti i casi, mi si chiedeva la qualifica di saldatore.
Così ho ‘pescato’ sul web (non credo al caso, ma a coincidenze costruttive) STS Certificazioni con un corso di saldatore base e qualifica. Mi sono iscritta e l’ho fatto. Quel primo percorso è stato determinante per me. Le basi teoriche sono state fondamentali. Guai se non ci fossero! Diversamente non si impara a saldare. Se non si comprende a monte il perché si deve fare una determinata saldatura in un determinato modo, non si cresce. Non basta saper muovere le mani: si deve sapere il perché si muovono in quel modo.
Dopo quanto il corso hai trovato lavoro?
Praticamente subito. C’era un’azienda vicina a casa che produce impianti a uso alimentare (si lavorano ferro, inox e rame). Grazie a un tirocinio regionale di sei mesi, mi hanno assunta e poi confermata in pianta stabile. Anche se nessuno avrebbe scommesso su di me.
Qual è la molla che ti fa affrontare ogni sfida?
Credere che quello che faccio ha un senso compiuto; credere di poter dare il mio contributo ogni giorno e pur dovendo combattere con una mansione dura in termini di forze ed energie, sapere che faccio quello che mi piace.
Mi alzo alle 6.00 tutte le mattine, felice di affrontare un nuovo giorno con le sue sfide; finisco a tarda sera sfinita, ma soddisfatta di ciò che ho realizzato.
Sei una ragazza impavida. Come fai?
Sono fermamente convinta che quello che faccio è speciale. Nessuno avrebbe scommesso su di me. Ho saputo dimostrare che si sono sbagliati.
Difficoltà di relazione con i colleghi maschi?
No. Non ho avuto esperienze negative tra colleghi. Chiaramente si parte dal presupposto e dal preconcetto che se sei donna, probabilmente non sei adatta a fare il saldatore e quindi, per essere apprezzati anche per il solo impegno giornaliero, significa dover fare il doppio della fatica per trovare una propria dimensione e per farsi rispettare. Certo che i segreti del mestiere se li tengono stretti. La mia esperienza è che non ci si deve adagiare e piangersi addosso su questo preconcetto che la donna è fragile, non idonea a certe mansioni, ma fare di tutto per cercare di dare il meglio. Certo, a noi spetta il doppio della fatica, ma nulla è impossibile.
Sogno nel cassetto?
Continuare a essere felice di quello che faccio ogni giorno, diventare abbastanza brava da poter riuscire magari un giorno a insegnarlo agli altri. Sono ancora giovane e vorrei lasciarmi aperte tutte le possibilità, come per esempio fare l’istruttore o il docente in saldatura, per iniziare una nuova era in questo ambito professionale aperta alle donne.
Prossimo passo?
Il corso di saldatura avanzato con qualifica dedicata, a settembre sempre a Forlì.
La pagina profilo Facebook di @Caterina ha come immagine di copertina il suo casco da saldatore. La narrazione dei suoi post racconta la vita di una vera passione.
I molti follower non appartengono a un pubblico che lancia like per le solite frivole informazioni legate a giochi di specchi, ma a chi sa apprezzare la forza e una bellezza superiore, senza smalto o volto imbellettato o acconciature di grido.
Una bellezza rara, lucente che appartiene alle profondità dell’animo umano: il grande cuore di Caterina.
“Quando ti dicono: oggi salderai le selle sulla cisterna di 12 metri… E tu inizi la giornata con l’inno ‘fuoco e fiamme, fuoco e fiamme’. Peccato che a fine giornata quella a fuoco sono io… Saldare a 140 Ampere fissi, dalle 8 di mattina fino alle 15.45, lo può fare…” solo una ragazza speciale, aggiungiamo noi!