Essere informati su temi ambientali e politici è oggi un dovere, ma spesso la comunicazione si perde tra tecnicismi e inglesismi che rendono difficile orientarsi. Partiamo allora da uno dei termini più ricorrenti: Green Deal.
Cos’è il Green Deal?
Il Green Deal è la strategia europea di crescita sostenibile, varata dall’Unione Europea nel 2019. Si tratta di un insieme di iniziative politiche che puntano a trasformare l’Europa in una società più pulita, sana e a impatto climatico zero entro il 2050. L’obiettivo è ambizioso: ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, promuovere l’economia circolare, sostenere le industrie pulite, tutelare l’ambiente e garantire una transizione equa per tutti. Il Green Deal rappresenta la risposta dell’UE all’emergenza climatica, con l’intento di rendere l’Europa il primo continente a raggiungere la neutralità climatica, contribuendo così al benessere delle persone e alla salvaguardia del pianeta.
Il 2050 un orizzonte troppo lontano?
Molti vedono il 2050 come un futuro remoto, quasi irraggiungibile e faticano a percepire l’urgenza di temi come la sustainability (sostenibilità), la circular economy (economia circolare) o il green audit (controllo ambientale). Spesso ci si rifugia dietro la scusa che la Cina, il più grande inquinatore del pianeta, dovrebbe muoversi per prima. Ma è davvero così?
La transizione verde, opportunità o costo?
La domanda è legittima: la transizione verso un’economia sostenibile ci permetterà di raggiungere l’indipendenza energetica? Passare dalle tecnologie tradizionali alle rinnovabili è davvero così difficile e costoso? Sì, la transizione comporterà investimenti importanti, ma è una condizione necessaria per cambiare il nostro sistema energetico, rafforzare la resilienza economica e conquistare una maggiore autonomia strategica.
Le sfide globali, Cina e materie prime
Il Green Deal europeo è realizzabile, considerando che la Cina domina la filiera delle rinnovabili e delle materie prime critiche come litio e grafite, indispensabili per le batterie? Crediamo di no. Consideriamo che l’emissione di CO₂ in Cina è già diminuita del 48% in 15 anni. La sfida è complessa, anche perché il modello “drill, baby, drill” (continua a trivellare) dovrà necessariamente finire.
Europa, Cina e il futuro verde
Se l’Europa vuole davvero essere leader globale nella transizione verde, dovrà costruire un rapporto con la Cina che sappia combinare una graduale riduzione della dipendenza e una cooperazione basata su interessi comuni. La strada è in salita, ma è l’unica percorribile per garantire un futuro più sano e sicuro per tutti.
Parliamo chiaro. Glossario minimo della transizione ecologica
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Green Deal: piano strategico europeo per la neutralità climatica entro il 2050.
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Sustainability: capacità di soddisfare i bisogni attuali senza compromettere quelli delle generazioni future.
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Circular Economy: modello economico che punta a ridurre sprechi e riutilizzare risorse.
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Green Audit: verifica delle performance ambientali di un’azienda o di un ente.
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Green Transition: passaggio da un’economia basata sui combustibili fossili a una sostenibile e a basse emissioni.
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Greenhouse Gas (GHG) – Gas serra responsabili del riscaldamento globale.
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Greenhouse Effect – Effetto serra, fenomeno naturale amplificato dalle attività umane.
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Greening – Incentivi ecologici, spesso legati all’agricoltura sostenibile.
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Greenwashing – Pratiche di marketing che fingono impegno ambientale.
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Drill, baby, drill – Slogan pro-estrazione di combustibili fossili.
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Green Transition – Transizione ecologica verso un’economia sostenibile.
Immagine grafiche creata con Canva
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