La formazione sempre più chiave del successo delle piccole aziende
Intervista a Claudio Capanni, responsabile Formart Forlì, conferma che la formazione resta la principale fonte di investimento delle imprese del territorio romagnolo. Ed è una fortuna.
C’è chi lavora per trovare una qualche soddisfazione e chi lavora mettendo a disposizione le sue qualità innate e rinvigorite da tanta esperienza e conoscenza. Il responsabile di Formart Forlì è sul ‘pezzo’. Con Claudio Capanni è stato semplice affrontare il tema della formazione e del rapporto che le imprese del territorio hanno con e attraverso essa.
Le aziende del vostro territorio che tipo di formazione cercano?
Dipende. C’è la formazione legata agli obblighi di legge che deve essere fatta (sicurezza, normative, gas fluorurati, rinnovi, mantenimenti eccetera… ) e quella che permette di crescere, di sviluppare nuove attività, di innovarsi, di accrescere il fatturato.
Le aziende a livello di attività formativa hanno approcci diversi, chiedono i corsi più disparati… dall’inglese commerciale ai corsi per imparare a usare i gestionali, a strumenti per affrontare nuovi mercati con il marketing, ai corsi per gestire i social media…
Ci sono anche molte richieste a livello di organizzazione aziendale: come migliorare le competenze per approcciare i nuovi mercati, che tipo di prodotti/servizi realizzare, quali strumenti mettere in campo per aumentare i fatturati. Ad esempio, le aziende di servizi si concentrano sullo sviluppo informatico, quelle di comunicazione sul marketing.
Facciamo formazione anche alle associazioni di categoria non solo alle aziende.
Ci sono società che ci chiedono di formare persone che vogliono avere un approccio diverso con gli associati/clienti. L’associato per esempio, ha bisogno che lo si vada a trovare, ha la necessità di dimostrare chi è, cosa produce eccetera… A ciascun ruolo, la giusta formazione.
Comunque tutti cercano oggi, un approccio sempre più consulenziale che non sia solo finalizzato alla vendita del loro prodotto o servizio, ma al buon andamento generale dell’azienda. Dall’analisi di bilancio all’aspetto gestionale, dalla gestione delle risorse umane e loro crescita alla gestione d’impresa nella sua complessità.
Quali segni ha lasciato il covid?
Nei due anni di covid le aziende hanno cercato di sopravvivere. Oggi ci stiamo avvicinando ai livelli pre-covid. La ripresa è in atto, la voglia di riscatto ancor di più.
Quante linee formative di business avete?
Seguiamo 12 linee di business, legate al tipo di servizio formativo che andiamo ad assegnare alle aziende.
Quali sono le categorie che più cercano l’innovazione?
La richiesta è eterogenea. Nel nostro sistema mi sento di poter dire che una leggera predominanza spetta alle aziende di produzione. Le aziende di servizio ci chiamano, perché è più difficile la ricerca dell’offerta formativa: vendere un servizio richiede maggiori sforzi che vendere un prodotto. Resta sempre difficile il modo di ponderare un servizio immateriale. Nel mio territorio è così…
Difficoltà di reclutare risorse specializzate di alto livello professionale. È ancora un problema ricorrente?
È ancora un problema ricorrente a tutti i livelli. Le aziende cercano sempre più spesso qualità ed esperienza, requisiti che sembrano essere sempre più rari. Si cerca l’umiltà nella competenza.
I giovani e il mondo del lavoro. Lo scarto generazionale è un problema che si potrebbe risolvere se…
La dicotomia tra scuola e mondo del lavoro si è accentuata. La PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, acronico che identifica oggi l’alternanza scuola lavoro) non aiuta molto e soprattutto non è venuta in supporto dei giovani che hanno fatto le superiori nei due anni di DAD. La ‘detenzione da pandemia” ha influito negativamente sulla fragilità di questi ragazzi. Si è cercato di mettere una ‘pezza’. Il webinar non è uno strumento di formazione adeguato.
Purtroppo, il “voglio fare questo o quello”, senza passare attraverso un percorso formativo appropriato e un’esperienza su campo, non crea spessore, non aiuta né i giovani, né le aziende che abbisognano di figure professionali formate e qualificate.
Oltre al supporto delle vostre molte linee di indirizzi formative, come pensate di supplire a questo problema?
Abbiamo lanciato una proposta formativa di qualità, molto specifica, ma assai richiesta: la saldatura. Abbiamo avviato una collaborazione con un’azienda del territorio, STS Certificazioni, organismo accreditato. Stiamo definendo un calendario di corsi di saldatura base che proporremo a tutte le aziende del settore. Questo darà sicuramente una mano alle aziende.
Un sogno nel cassetto di Capanni?
I progetti che mi ero prefissati, li ho realizzati e direi che sono andato anche “più in là”. Ho cercato di trasferire alle persone che collaborano con me, tutta la mia esperienza, affinché potessero essere il più possibile autonome, lasciando libertà di gestione dei clienti senza mai perdere l’atteggiamento di “stare sul pezzo”.
Vorrei che la semina si sviluppasse ancora, continuasse a dare i suoi frutti e si espandesse con nuove linee di business per saper approcciare positivamente i nuovi mercati. Se mi capita di imbattermi in qualche attività formativa che si possa sviluppare, mi metto subito al lavoro su quel comparto… forse è questa la chiave: scoperta la necessità, devo trovare il percorso formativo giusto.
Silvia Veronese