Dal 1 gennaio 2026 cambia tutto: stop alla manutenzione con F-gas ad alto GWP per pompe di calore e condizionatori
Il nuovo regolamento europeo sugli F-gas segna un passaggio decisivo. Dal 1 gennaio 2026 pompe di calore e condizionatori non potranno più essere manutenuti con refrigeranti ad alto GWP (≥ 2.500). È la data chiave su cui si sta riallineando l’intero settore e da cui tecnici, imprese e utenti dovranno ripartire.
Per capire il contesto basta guardare a ciò che è già avvenuto nella refrigerazione. Per frigoriferi commerciali e industriali, infatti, il divieto è scattato un anno prima, dal 2025. Il percorso è chiaro: ridurre rapidamente l’uso dei gas più impattanti sul clima e accelerare la transizione verso refrigeranti a basso potenziale di riscaldamento globale.
L’unica deroga riguarda i gas riciclati o rigenerati, che potranno ancora essere utilizzati fino al 2032, purché la loro provenienza sia tracciabile e l’etichettatura conforme. Il punto critico è la disponibilità: il volume di gas recuperati non basterà a coprire tutti i fabbisogni. È realistico aspettarsi prezzi più elevati, una reperibilità meno stabile e tempi di fornitura meno prevedibili. Chi deve pianificare manutenzioni o budget di esercizio dovrà tenerne conto.
Nel quadro generale, il messaggio è netto. Passare ai refrigeranti a basso GWP non è solo consigliato: è la direzione obbligata, soprattutto per nuove installazioni o quando una macchina non è più manutenibile con refrigeranti ad alto impatto climatico.
Qualche esempio
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Un refrigerante con GWP ≈ 2.800 (es. alcuni HFC “tradizionali”) — dal 2026 non sarà più utilizzabile per la manutenzione di una pompa di calore.
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Un refrigerante “vergine” con GWP 1.500, se usato su un impianto di refrigerazione fissa dopo il 2032, diventa anch’esso vietato.
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I gas con GWP basso (es. < 150 o comunque molto inferiori a 750, secondo le alternative disponibili) sono quelli che diventeranno standard per le nuove installazioni e per le sostituzioni.
In Italia, il quadro attualmente operativo è questo: la disciplina sanzionatoria di riferimento resta il D.Lgs. 163/2019, nato per il precedente regolamento F-gas ma tuttora applicato anche nel nuovo contesto (uso di gas non conforme ai divieti; interventi senza certificazione; omissione dei registri o delle comunicazioni in banca dati; mancata tracciabilità dei refrigeranti recuperati o rigenerati.
In sintesi: il quadro dei divieti è attivo, e gli strumenti di controllo esistono già. È atteso un aggiornamento normativo nazionale più preciso, ma le imprese non sono in un “vuoto legislativo”: gli obblighi restano validi e verificabili.
Quali gas usare dunque?
R-290 (propano) 3 Consentito — GWP molto basso, tra le soluzioni raccomandate
R-744 (CO₂) 1 Consentito — refrigerante naturale a bassissimo impatto
R-32 675 Consentito — GWP sotto soglia, adatto a nuove installazioni
R-134a 1.430 Soggetto a restrizioni — non consigliato per nuove installazioni
R-410A 2.088 Soggetto a restrizioni — GWP alto, in progressiva uscita
R-407C 1.770 Soggetto a restrizioni — in transizione verso alternative più “green”
R-404A 3.920 Vietato “vergine” dal 2026 – ammesso solo il riciclato/rigenerato
R-507A 3.900 Vietato “vergine” dal 2026 – ammesso solo il riciclato/rigenerato
(Le informazioni riportate si basano sul Regolamento (UE) 2024/573 e sulle interpretazioni disponibili alla data di pubblicazione di questo articolo. Per situazioni specifiche o casi particolari si raccomanda la verifica con la documentazione ufficiale aggiornata. Pur essendo accurate, non costituiscono garanzia normativa assoluta per ogni situazione concreta: per impianti complessi, ad alta capacità o soggetti a condizioni particolari è sempre necessario verificare la documentazione tecnica aggiornata (refrigerante, GWP, carica, etichettatura, conformità) o consultare un tecnico qualificato).




