L’economia circolare del freddo
L’Unione Europea ha fissato obiettivi chiari: ridurre drasticamente l’uso dei gas fluorurati a effetto serra (F-gas) e promuovere una transizione verso refrigeranti naturali e processi sostenibili. In questo scenario, il recupero e la rigenerazione dei gas fluorurati assumono un ruolo strategico. Non solo perché riducono le emissioni climalteranti, ma perché rappresentano un modello concreto di economia circolare applicata al settore della refrigerazione e del condizionamento.
Dal recupero alla rigenerazione: cosa succede ai gas esausti
Quando un tecnico effettua operazioni di manutenzione o smantellamento su impianti che contengono gas fluorurati, il refrigerante deve essere recuperato — mai disperso in atmosfera.
Il gas esausto viene poi inviato a un’impresa autorizzata, dove può seguire due percorsi:
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Smaltimento, se è contaminato o non più trattabile.
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Rigenerazione, se può essere purificato e riportato alle caratteristiche originarie di un gas vergine.
Il processo di rigenerazione è complesso: prevede filtrazione, distillazione, separazione delle frazioni indesiderate e test di purezza secondo standard internazionali (AHRI 700). Solo così il gas rigenerato può tornare sul mercato, garantendo le stesse prestazioni del prodotto nuovo.
Un ciclo virtuoso che riduce l’impatto ambientale
Il vantaggio principale è evidente: ogni chilogrammo di gas rigenerato corrisponde a un chilogrammo di gas vergine in meno prodotto da materie prime fossili.
Considerando che gli HFC hanno un potenziale di riscaldamento globale (GWP) fino a migliaia di volte superiore a quello della CO₂, evitare nuove produzioni significa ridurre in modo sostanziale l’impatto climatico complessivo del settore.
Rigenerare non è solo un gesto tecnico, ma un atto di responsabilità ambientale:
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limita le emissioni dirette di gas serra;
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riduce i rifiuti pericolosi;
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contribuisce al rispetto delle quote FGAS imposte dall’UE.
Chi può rigenerare: imprese certificate e tracciabilità obbligatoria
Il recupero e la rigenerazione non possono essere eseguiti da chiunque. Solo imprese certificate FGAS possono operare sul campo, e solo impianti autorizzati possono rigenerare o smaltire i gas.
Ogni fase del processo è soggetta a tracciabilità:
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il tecnico annota sul registro dell’impianto la quantità di gas recuperato;
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l’impresa aggiorna la Banca Dati FGAS gestita da ISPRA;
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il gas rigenerato riceve un certificato di conformità che ne attesta la qualità e l’origine.
Questo sistema di controllo è pensato per evitare frodi e garantire che i gas rigenerati rispettino i requisiti ambientali e tecnici previsti dal Regolamento.
Vantaggi economici per imprese e clienti
Oltre al valore ambientale, la rigenerazione presenta un importante vantaggio economico.
Il prezzo di mercato dei gas fluorurati vergini è aumentato con il progressivo taglio delle quote e le restrizioni all’importazione.
Utilizzare gas rigenerati consente alle imprese:
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di contenere i costi operativi,
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di mantenere in funzione impianti ancora efficienti,
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di garantire la conformità alle normative europee.
Per i clienti finali significa accedere a un servizio tecnico più sostenibile, ma anche più conveniente, senza sacrificare la performance dell’impianto.
Una transizione che valorizza la competenza tecnica
Il nuovo Regolamento (UE) 2024/573 riconosce esplicitamente l’importanza della formazione e certificazione degli operatori che manipolano gas fluorurati.
Chi si occupa di recupero e rigenerazione deve conoscere:
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le caratteristiche chimiche dei gas;
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i rischi per la salute e la sicurezza;
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le corrette modalità di stoccaggio, trasporto e registrazione.
Questo fa sì che la figura del tecnico certificato FGAS diventi sempre più centrale nella filiera della refrigerazione sostenibile.
La vera sostenibilità è nella gestione intelligente delle risorse
Il futuro del freddo non è solo nei nuovi refrigeranti naturali, ma anche nella capacità di valorizzare ciò che già esiste.
Rigenerare un gas fluorurato significa evitare nuove produzioni, ridurre i rifiuti e creare valore a partire da ciò che era destinato a essere scartato.
È l’essenza stessa dell’economia circolare: trasformare un obbligo ambientale in un’opportunità industriale e tecnologica.
Un percorso in cui imprese, tecnici e clienti finali diventano protagonisti di una transizione che unisce efficienza, etica e innovazione.