L’azienda di produzione meccanica nata e cresciuta ad Alfonsine nel ravennate, grazie anche a una equilibrata sinergia lunga trent’anni, con STS.
Ci sono imprenditori bravi e imprenditori che hanno come obiettivo la volontà di rendere la vita facile ai loro clienti. Dante Alighieri avrebbe creato un girone a parte e ci avrebbe messo gli imprenditori ‘illuminati’. Troppa grazia dedicargli un cielo nel paradiso. La vita di un imprenditore, soprattutto di questi tempi, bene che vada si potrebbe immaginare in purgatorio. Per l’appunto nel girone degli illuminati. Il salto in ‘alto’, comunque è garantito.
Fabio Grilli, 42 anni, oggi nel CDA della COME srl di Alfonsine (Ravenna), lavora in azienda da 24. Studi superiori in meccanica, cresciuto a fianco del padre Giancarlo negli anni del suo esordio in azienda, ora responsabile produzione e sviluppo.
La COME srl nasce sessant’anni fa ad Alfonsine grazie alla lungimiranza di Giancarlo Grilli e dei suoi soci, nell’ambito della carpenteria per la realizzazione di macchine per l’asfalto. Azienda leader in Italia e in Europa specializzata nella produzione di componenti per costruzioni meccaniche medie e grandi. Si occupa inoltre di tutte le lavorazioni meccaniche quali carpenteria, saldatura semiautomatica e robotizzata, tornitura e lavorazioni meccaniche di precisione. Tre presidi produttivi, 170 dipendenti. L’80% del suo fatturato è mondiale, il restante in Italia.
Come srl, com’è che un’azienda con numeri così importanti, è cresciuta in una paesino del basso ravennate?
È stata una casualità. La mia famiglia è di Alfonsine, mio padre ha creato la prima ‘piccola’ Come qui e poi negli anni, grazie a una ricerca costante di nuove tecnologie, ma soprattutto grazie ai nostri clienti evoluti ed esigenti, leaders nei mercati, abbiamo dovuto imparare presto e in fretta e sposare una filosofia aziendale di innovazione continua.
Com’è stato il suo battesimo in azienda?
Impegnativo. Sono cresciuto a pane e meccanica. Ho lavorato anche prima del diploma, partendo dal basso. Ho imparato a conoscere l’azienda, ho fatto esperienza. Il mestiere dell’imprenditore è complesso, impegnativo, a volte snervante. Umiltà per farsi le ossa, per acquisire conoscenza e poi la passione che è l’elemento base per stimolare la curiosità.
Cosa producete?
Telaistica di grande dimensione (battipista, cingolati multiuso), macchine fisse e rotative e relativi accessori. Un tipo di produzione molto particolare fatta di spessori che variano da grossi a sottili ad alta elasticità. Componenti per macchine per la perforazione e per la costruzione di fondazioni. Bracci per sollevamento di grandi dimensioni, gru da camion, basamenti e colonnine di medio-piccole dimensioni. Lavorazioni meccaniche conto terzi.
Dove producete?
Tre sono i presidi produttivi. Il principale e più grande su cui stiamo indirizzando le nostre risorse (sia progettuali che economiche); lo stabilimento originario dove riserviamo la produzione per specifici clienti; il terzo, nato da necessità di mercato per soddisfare le esigenze di alcuni clienti. Si presentò la necessità di aggiungere una linea produttiva che attualmente è destinata alla telaistica.
La Come e la svolta del 2012…
E sì, un grande investimento in piena crisi che ci ha portato progressivamente a quadruplicare il numero di robot per la saldatura. Quella è stata la risposta a una motivazione che dà garanzia di produzioni senza difetti. Inoltre, questo ci ha permesso di poter investire nei giovani che sono più propensi a imparare a seguire un robot che a fare i saldatori vecchio stampo. Resta sempre un grosso problema per le aziende reclutare bravi saldatori.
I vostri maggiori clienti?
Manitou (azienda francese leader mondiale nella costruzione di macchine operatrici), la Prinoth (azienda tedesca, del gruppo Leitner).
Come avete conosciuto il gruppo STS?
Ah, da sempre! Mio padre Giancarlo mi ha aperto la strada con il capostipite del gruppo, Vittorio Ravagli e io ho seguito le sue tracce relazionandomi con Stefano Ravagli. Parliamo di una sinergia che vanta trent’anni di storia.
La saldatura è fonte di rischio. Come affrontate i casi che vi si presentano e come riuscite a vincere le sfide di un mercato sempre più esigente?
Negli anni, ma soprattutto nell’ultimo periodo, abbiamo aumentato il focus su questo delicato problema. Il nostro modus operandi parte dall’analisi del progetto e poi dallo studio di fattibilità. Molto spesso i progetti che ci vengono proposti sono analizzati in collaborazione con gli uffici tecnici dei nostri clienti. Questo per proporre il migliore ciclo produttivo realizzabile. E in questi casi chiediamo il supporto di STS, quella stessa azienda che ha formato e qualificato i processi e il nostro personale. C’è una stretta relazione tra il nostro coordinatore della saldatura che si confronta con STS e il nostro ufficio tecnico. Prima di firmare che quel giunto sarà saldato a regola d’arte, dobbiamo avere certezze.
Cosa significa per voi avere un fornitore che risolve problemi e trova soluzioni?
Significa lavorare bene, significa evolvere insieme. Con noi poi che abbiamo basato la mission dell’azienda proprio su questo, è una soddisfazione. Quando ci si trova in problemi delicati che richiedono soluzioni particolari, l’equilibrio di sinergie è fondamentale.
È complesso il sistema normativo che governa i processi di saldatura?
Se prima riguardava soprattutto le produzioni navali, oggi il 90% dei prodotti che si producono, sono sollecitati in modi differenti e soprattutto si è intensificato il sistema di controlli. Controllo e monitoraggio della saldatura sono fondamentali.
Una previsione per il post covid?
Pur avendo un’azienda fatta di risorse ‘giovani’, il calo della produzione è un dato di fatto. Si è fermato il mondo, ma sicuramente si ripartirà. Il mercato non si ferma, diventa solo più aggressivo. Noi stiamo cercando di evitare, con tutte le nostre energie un eventuale stallo. Se i consumi si fermano, ciò non significa che tutto sarà ingessato! Ripartirà chi è preparato, chi in questi mesi di fermo non si è fermato, chi ha fatto scelte strategiche ed è pronto per “i salti in avanti”. Salterà chi non si è predisposto a questa visione strategica.