Dal sound dei motori al silenzio dello spazio, è Silvia e rimembra ancor…
L’ingegner Gaiani, AD di V System, porta l’azienda ad alto contenuto tecnologico, verso nuovi orizzonti mercato. Dai motori all’aerospaziale, alla difesa, al medicale, all’interior design.
La motor valley modenese ha un fascino tutto suo. L’energia che emana è percepibile anche a chi, forestiero, la incontra per la prima volta. Sono i rumori a contraddistinguerla, quei rombi di motori che ogni tanto irrompono tra i suoni naturali di una zona industriale sveglia di primo mattino. È un’azienda ‘elegante’ la V System di Fiorano Modenese, sobria e ordinata, ammantata di colori che fanno da cornice alla dominante dei toni sul grigio dei metalli. La materia semilavorata, da pezzo semplici, si trasforma, grazie a una tecnologia avanzata e all’ingegno umano, in prodotti dalle forme sinuose. Impianti di scarico roboanti, strumenti di protezione (gli halo) delle auto da corsa, congegni con saldature quasi invisibili, componenti d’arredo di interior design: i toni degli acciai, del titanio che li compongono sono freddi, eppure la Vsystem irradia calore e una forza particolari.
Sarà perché a creare, lanciare, far crescere e guidare quest’azienda, da dieci anni presente su una nicchia di mercato esigente, ‘complessa’, che richiede prodotti a elevato contenuto tecnologico, è una donna.
Classe ‘76 bolognese, laureata in ingegneria meccanica con dottorato di ricerca sulle leghe di titanio e sue applicazioni. Prima di creare V System (propaggine della Veca Group di Soliera) è stata in Ducati e in Akrapovic. È stata insegnante di ruolo alle scuole superiori di Tecnologia. Attualmente insegna a Master post laurea in ingegneria nelle università italiane, e in Spagna a Barcellona. Tiene diverse lezioni all’UNIMORE, ma prima di tutto dirige un’azienda di 27 risorse. Si chiama Silvia Gaiani e ve la presentiamo…
V System nasce dieci anni fa per produrre impianti di scarico ad alta componente tecnologica. Parliamo di come è cambiata in questo arco temporale…
Vsystem mantiene come core business la produzione di impianti di scarico dedicati al segmento motor sport e alle competizioni in generale. Però non è più solo questo. Sono persona curiosa, con un’azienda che ha a disposizione tecnologie avanzate. Imparare ad applicarle ad altri mercati di riferimento, ci ha permesso oggi di lavorare anche per i settori medicale, interior design, difesa e aereospaziale.
Cosa vi ha spinti a diversificare la vostra attività?
Sicuramente il lock down ha accelerato il processo verso la ricerca di nuove offerte per il mercato. La pandemia ci ha portato a riflettere, ha sparigliato le carte, ci ha insegnato a non accontentarci di essere azienda per “mono cliente”. Il percorso per soddisfare altri clienti ha implicato un investimento e un impegno. Da ciò derivano le nuove certificazioni del sistema qualità: abbiamo aumentato il numero di qualifiche, dei processi e le tecnologie di saldatura.
Sei team su dieci di “formula 1” montano vostri componenti sulle auto da pista. Com’è stato possibile?
Il gruppo Veca è un grosso player di questo mercato da oltre trent’anni e ci ha introdotti nel settore del motor sport italiano. Si sono aggiunti in seguito gli inglesi per la realizzazione di altri componenti: la volontà di crescere e di mettersi in gioco ha fatto la differenza.
Ha una sua storia la produzione del vostro halo (sistema di protezione “ad aureola” che consiste in una barra curva posta a protezione della testa dei piloti)?
Sì, certo! Ci ha contatti la FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile, ndr) che seguiva un progetto di sicurezza per le corse di formula uno. Sapevano del mio dottorato di ricerca e cercavano dei manufacturing che fossero capaci di realizzare questo tipo di prodotto. Abbiamo studiato la progettazione insieme anche ad altri partner (inglesi e tedeschi) e iniziato l’iter di certificazione per diventare fornitori ufficiali di halo.
Voi fate saldature di componenti che hanno spessori molto ridotti: come è possibile?
Lavoriamo su lamiere partendo dello spessore di 0,4 millimetri a salire. Sono saldature molto complesse. La mano magica degli operatori! Sono saldature speciali ed è per questo che ho intenzione di aprire una scuola di saldatura con il supporto di STS Certificazioni, organismo con il quale collaboriamo da almeno otto anni. La formazione per me ha un valore fondamentale. Metteremo a disposizione parte dell’azienda, attrezzata di tutto punto con banchi di saldatura e aule didattiche. Una scuola di saldatura nel cuore della motor valley è un valore che permetterà di offrire a tutte le aziende dell’area industriale, nuove risorse dalla professionalità altamente qualificata. Oggi è difficile trovare bravi saldatori, figura sempre più richiesta e sempre più rara. Sarà altresì un valore mettere a disposizione la mia esperienza per la parte di formazione teorica. STS farà il suo, portando in campo la sua competenza tecnica e i suoi eccellenti istruttori.
L’idroformatura resta un punto di forza per Vsystem (solo tre aziende in Italia applicano questo processo per la piegatura dei tubi di scarico)?
L’idroforming ti permette di cambiare la sezione di un manufatto tubolare lungo il proprio asse. Resta il nostro punto di forza ora che lo applichiamo a moltissime altre tipologie di manufatti.
Tre ingredienti per il successo di un’azienda oggi e le tre skills che deve avere chi sta al ‘timone’ di Vsystem.
Mantenere l’azienda a elevati contenuti tecnologici; riuscire a trasferire e a mantenere all’interno il know how con le risorse… cosa che non sempre riesce; non bisogna chiudersi in un segmento di mercato unico. Misurarsi con progetti che escano dalla propria comfort zone. Mi piace confrontarmi con cose che non ho fatto e che non ho ancora visto.
Come si sente l’ingegner Gaiani nei panni di AD di una grande azienda? Meglio in moto o le due cose si compensano?
Vorrei avere delle risposte certe… a volte mi mancano le certezze… ci sono giorni che mi sento Elon Musk e altri nei quali mi sembra di essere Paperoga quando gli scenari di incertezza del mercato diventano impegnativi da affrontare. Si deve essere vigili per cogliere le opportunità che un mercato di incertezza come questo, riesce comunque a offrire, mettendo al sicuro ciò che si sta facendo. Fare l’imprenditore per me è anche un impegno etico. Cerco di farlo con la miglior morale che mi riesce… anche se alcuni giorni è messa a dura prova!
A volte mi chiedo come ci sono arrivata… se me lo avessero profetizzato vent’anni fa, non ci avrei creduto. Nel mio percorso professionale ho capito che se si ha una buona base teorica, si è in grado di risolvere i problemi e nelle aziende dove ho lavorato, ho imparato a destreggiarmi in ambiti diversi e a interessarmi non solo delle capacità tecniche.
Se penso che all’inizio sono stata consulente di saldatura in Ducati… beh, quando ho iniziato era come guardare una foresta con lo sguardo fisso su un albero a dieci centimetri dal naso… soltanto indietreggiando si impara a vedere la foresta nel suo insieme. Questo è ciò che ho fatto.
Il mio ruolo in Vsystem non era pianificato. Avrei voluto fare ricerca sui materiali… ma non sarebbe stato un lavoro remunerativo. Essere qui oggi, è aver seguito il naturale compiersi delle cose e aver superato le difficoltà.Come motociclista, in sella alle mie moto, mi sento a mio agio… in azienda ogni tanto devo calibrare il tiro…
Se volete, ecco il video