L’uomo non sostituirà la macchina
Il professor Manuele Dabalà per STS Certificazioni. Uno sguardo al futuro del comparto meccanica, un anticipo sugli sviluppi della Ricerca. La fotografia di un settore produttivo che in Europa e nel mondo fa la differenza.
Nell’era dell’intelligenza artificiale, dei robot, di Alexa, delle transizioni digitali e della straziante ricerca di sostituire l’umano, la Ricerca in ambito ‘materiali’ risponde che non ci sarà automatismo a rimpiazzare “la mano” di un abile saldatore. La Ricerca altresì afferma che formazione, aggiornamento e informazione tecnica costanti, rimangono la chiave di volta per rispondere alle necessità dei mercati. Per questo abbiamo interrogato la Ricerca…
Ci sono professori universitari che oltre a essere appassionati ambasciatori di conoscenza e di esperienza, educatori e formatori eccellenti, accompagnano le aziende verso nuovi orizzonti di ricerca e sviluppo.
Manuele Dabalà, professore ordinario di Metallurgia al Dipartimento di Ingegneria Industriale all’Università di Padova, Visiting professor presso University of the South Pacific (Suva Figi), Universidad federal de Paraná (Brasile), coordinatore del Dottorato di Interesse Nazionale in Scientific,Technological and Social Methods Enabling Circular Economy (in cui sono coinvolte una ventina di Università italiane), è uno di questi.
Personalità di spicco a livello nazionale e internazionale nell’ambito della metallurgia, della Ricerca e della conoscenza nel campo dei materiali, ha collaborato in passato con STS Certificazioni come docente ai seminari organizzati a Padova per le aziende del comparto meccanico e metalmeccanico.
Professor Dabalà, le nostre piccole e medie aziende sono ancora competitive sui mercati nazionali e internazionali?
Sì, certo. Le piccole-medie aziende del mondo della saldatura restano un comparto dove l’abilità delle persone è un requisito fondamentale. L’Italia rimane un paese a vocazione manufatturiera che continua a dimostrare grandissime capacità di inventiva. L’industria meccanica e metalmeccanica ha bisogno di addetti e personale specializzato che sappiano risolvere problemi e la saldatura è una tecnologia che presenta sempre molte difficoltà ad essere standardizzata. Per questo le piccole-medie aziende trovano una loro precisa connotazione nel mercato, in quanto la qualità che sappiamo produrre in Italia, gli altri non la sanno eguagliare. Basti pensare che spesso le piccole e medie aziende italiane sono fornitori di gande affidabilità delle grandi aziende tedesche, dove la standardizzazione dei processi è il sistema adottato dalla percentuale più alta di aziende, proprio per la capacità delle aziende italiane a gestire processi non standardizzati con risultati di altissima qualità.
Può farci un esempio?
In Italia si producono un enorme numero di componenti meccanici destinati all’uso nei settori di avanguardia quali ad esempio l’aeronautica e l’energia rinnovabili. Spesso questi componenti vengono poi utilizzati in macchinari e apparecchiature assemblate all’estero e anche nei paesi del far east come la Corea o la Cina.
Spesso le piccole e medie aziende italiane sono chiamate a fornire il service, non solo per le macchine di costruzione italiana ma anche nell’ammodernamento e adattamento di macchine europee, grazie alle competenze dei tecnici italiani. Questa è la grande differenza! Insomma, l’imprenditore italiano riesce a far fare sempre qualcosa che non era previsto con risultati eccellenti.
Pur con tutti i distinguo, l’Italia resta nel campo della saldatura, un’eccellenza, grazie all’inventiva dei tecnici italiani che è anche insita nel nostro DNA. Infatti, basta pensare a chi sono le persone che dirigono i grandi centri di ricerca internazionali, uno fra tutti il CERN, per capire che gli italiani hanno spesso una formazione che li porta ad avere una visione più ampia di quella di professionisti stranieri
Le aziende piccole rispecchiano questa tipicità italiana ed è per questo che non moriranno mai, in quanto riescono a cambiare facilmente… sono ‘flessibili’. Un’azienda piccola può in qualsiasi momento, modificare la produzione.
Previsioni e sviluppi futuri in ambito saldatura: la saldatura automatica arriverà a sostituire l’uomo?
No, non è possibile. La macchina automatica ha bisogno di un programmatore. Inoltre, spesso le aziende italiane producono una tipologia di prodotti che possano essere in parte realizzati in modo standardizzato da macchine automatiche o robot. La forza della produttività meccanica in Italia non è basata su standard di produzioni che richiedono un’attività ripetitiva, ma sulla flessibilità della produzione a sfide sempre nuove.
La saldatura laser semiautomatica è in espansione?
In alcuni settori, ad esempio nel mondo del fashion, l’utilizzo dei laser semiautomatici sono in espansione, ma la produzione in serie in questo settore non costituisce una percentuale produttiva elevata. Tuttavia, prodotti e processi che richiedono manualità sono e saranno sempre effettuati e quindi non sarà mai possibile avere una completa sostituzione del professionista della saldatura. Pensiamo ad esempio a costruzioni ad alta tecnologia che spesso richiedono la realizzazione di pezzi unici o di pochissimi pezzi, come ad esempio le strutture astronomiche, le strutture spaziali, le strutture sommerse. Queste spesso non possono essere realizzate con sistemi automatici e quindi richiedono esperienza e capacità fuori dal comune da parte di personale specializzato
Ci sono degli altri processi di saldatura o dei nuovi processi di saldatura su cui si sta eseguendo ricerca e su cui si punterà in futuro per cercare di rendere le aziende meno dipendenti da saldatori ad alta specializzazione?
Ci sono sempre studi sulla saldatura, sui materiali e sulle tecnologie. Ad esempio si studiano sistemi in grado di migliorare le macchine dal punto di vista dell’efficienza. Si studiano sistemi automatici e semiautomatici che siano più precisi in modo da ottenere giunti a qualità migliorata. Si effettuano ricerche nel campo della saldatura di materiali “ostici” in modo da renderli più facilmente saldabili. Si studiano e si migliorano le tecniche di saldatura non fusorie che permettono di evitare certi difetti intrinsechi nella saldatura a fusione. Si studiano (e questo è uno dei settori in cui l’Università di Padova è all’avanguardia), materiali a resistenza elevata che coniughino una elevata saldabilità.
Secondo lei, mancano figure professionali che conoscono a fondo un processo critico come la saldatura in ambito progettuale? Come si potrebbe risolvere questo gap?
Stiamo assistendo a una perdita di conoscenza nel campo dei materiali. Manca un’evoluzione della formazione e vi è una crescente necessità di formare gli addetti alla saldatura sulle problematiche legate ai materiali, e ai processi di saldatura. Serve inoltre fornire una formazione continue degli ingegneri e del personale chi è responsabile della progettazione. Tuttavia non è facile trovare formatori. All’Università di Padova esiste un solo corso dedicato alla saldatura, il corso di “Processi di giunzione” che viene offerto ai corsi di Ingegneria meccanica e aerospaziale. Occorre inoltre sottolineare che anche tra i saldatori c’è una mancanza di aggiornamento sia sui processi che sui materiali che devono saldare. Spesso ci si dimentica che anche i materiali tradizionali subiscono un continuo miglioramento delle loro caratteristiche e che le pratiche che potevano essere “buone” qualche decina di anni fa, adesso risultano obsolete. Nelle aziende deve inoltre crescere la figura del Coordinatore di saldatura, come leader e responsabile del processo.